Basta guardarli, questa madre, questo bimbo, perché ci conquisti il senso di quieta fiducia nella potenza della vita che l’immagine riesce a trasmettere, malgrado le profonde cicatrici esibite dalla donna.
La madre e il bimbo formano un tutt’uno, con i loro due volti accostati, quasi che uno si specchiasse nell’altro per costruire la propria serenità. Complementari come yin e yang.
Ma il “Tao” dei sentimenti , attraverso la postura e il gesto, sbilancia la narrazione verso uno solo dei protagonisti: la mamma.
E’ il suo corpo a occupare l’asse verticale della composizione, quello che divide esattamente a metà l’immagine. E’ la sua pelle devastata a occupare il fulcro della foto.