Gli avvocati del diavolo

Non è difficile trovare gli avvocati del diavolo, in particolare quando è proprio il diavolo a vincere.

Sul merito sportivo dello scudetto al Milan, credo che quest’anno ci sia poco da discutere. L’Inter aveva ancora l’organico più forte, la serie A è stata di nuovo una Ciapa nò league,  ma i rossoneri sono stati i più continui ed equilibrati.

Nel tripudio generale, però, va segnalata la storia travagliata dei milan-dem, tutti quei tifosi rossoneri “de centro e de sinistra”, condannati a convivere in perenne conflitto d’interesse sentimentale tra l’amore per l’adorato presidente dell’adorata squadra e il disamore per l’imbarazzante leader dell’imbarazzante destra italiana.

Il fatto che l’individuo sia lo stesso scatena la schizofrenia di questi poveri aficionados.

Prendete il buon Giovanni Zagni su Il post. Una trentina di righe abbondanti per spiegarci che esisterebbero due B: il perfido mister Hide che gestisce il paese con ignominia e il buon dottor Jekyll che amministra con saggezza la squadra di calcio. Che non c’è contraddizione alcuna nel disconoscere il primo e celebrare le virtù del secondo.

Ci prova anche il sempre arguto Marco Campione sul suo blog a ricordarci che bisogna distinguere il campo di calcio e la campagna elettorale.

Tutto vero, per carità. Però anche ai Milan-dem sarebbe il caso di ricordare alcuni fatti.  Dopo tante  campagne acquisti faraoniche del Milan stellare, negli ultimi anni Milanello sembrava diventato una succursale del Pio Albergo Trivulzio, un format pallonaro per la terza età, con Paolo Limiti allenatore e Nilla Pizzi centravanti.

Lo stesso B ammetteva di avere qualche problema a spendere e spandere denari per il suo passatempo footballista, mentre da caudillo de noartri predicava lacrime e sangue ai concittadini.

All’improvviso, però, in questa stagione qualcosa è cambiato. I maligni dicono siano stati i numeri dei sondaggi politici più che la salute calcistica della sua squadra, a spingere B a tornare sul mercato dei Van Bommel, oltre che su quello degli Scilipoti.

Certo Galliani, bisogna riconoscerlo, ci ha messo del suo, indovinando la scommessa dell’allenatore. Gente Allegri, Iddio l’aiuta.  Fatto sta che campioni come  Ibrahimovic e Robinho non si pagano con la social card di Tremonti. L’investimento c’è stato, notevolissimo, quasi più che per Olgettine e igieniste dentali.

Il Milan è sempre stata una macchina del consenso per B, laddove i successi sportivi sono stati utilizzati dal politico per alimentare la mitologia del leader omni-vincente.

A partire dal linguaggio: discese in campo, curve di ultras fuori dai tribunali, elezioni vinte come scudetti, fiducie in parlamento vissute come finali di Champions league, accuse alla magistratura e al presidente della Repubblica di essere arbitri venduti. Il maggioritario alla B è una storia narrata come una cronaca sportiva e le vittorie sul campo servono eccome al caudillo.

Questo dimensiona il merito sportivo? No di certo. Lo dico da juventino che, per anni, si è sentito rimproverare dagli avversari di fare il tifo per la squadra del “Padrone”, quella che comprava i calciatori e vendeva i cassintegrati. Festeggino pure i milan-dem e, perfino, i milan-destr… E’ giusto così. In uno stadio torniamo tutti bambini, per gioire della palla in fondo al sacco.

Ma, per favore, che nessuno ci racconti storie inverosimili. Se l’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio deve emettere comunicati stampa per rettificare le affermazioni del capo del governo sulla sua squadra di calcio, l’anomalia c’è eccome.

1 commento su “Gli avvocati del diavolo”

  1. altrochè se c’è l’anomalia! per quanto mi riguarda sono sempre dell’idea che una partita di calcio è uno sproloquio fisico tra due branchi di ben pagati che rincorrono un pallone 😀
    ( lo so, non capisco nulla, ma il calcio è uno sport in cui non riesco a trovare una scintilla positiva )

Lascia un commento